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Ora siamo un po' più poveri, perché se ne è andato Sandro Boato. Sì, perché, nella sua profonda sensibilità, prima ancora che architetto, ambientalista e amministratore pubblico, Sandro è stato un poeta. Colui che, dotato di un animo particolarmente sensibile, sa trovare le parole che noi non avremmo mai usato per esprimere sentimenti e idee. Così come Baudelaire si sentiva un albatro imprigionato dai marinai, Pascoli il fanciullo che c'è in noi e Leopardi il filosofo pessimista del cosmo, Sandro è stato l'interprete della coscienza del nostro mondo contemporaneo. Nell'intimità silenziosa di spazi domestici, Sandro ha sintetizzato in versi minimali le riflessioni di una generazione, conducendoci dalle grandi contestazioni sociali al nostro tempo, laddove la poesia è relegata a spazi residuali e forse ancora coltivata nel mondo della scuola, da chi crede che ci spinga ad andare più in là, dentro l'animo umano e l'essenza delle cose. Una produzione vasta e acuta, supportata da un immane lavoro di studio e traduzione e da una appassionata pratica di cesello sull'italiano e sulla sua vera lingua madre, il veneziano. Prosa e, soprattutto, versi dalla forte coscienza civile che suonano come sottili invettive a chi non conosce il rispetto del mondo e degli altri. Un'opera immane, conosciuta e riconosciuta negli ambienti dei massimi addetti ai lavori, più al di fuori che dentro la nostra regione, per la quale Sandro ha sempre preferito stampe e grafiche discrete, consone al suo carattere riservato e schivo, ed una distribuzione tra amici e cultori della letteratura. Così vorrei ricordare Sandro Boato, un intellettuale a tutto tondo, sottile e generoso, che ha saputo decantare l'esperienza ecologista e pacifista in un lungo e sofferto percorso, che il Parkinson ha forse penalizzato meno di quanto si possa immaginare, favorendo quella dilatazione paradossale della sensibilità, caratteristica della malattia. Se, come afferma la scrittrice afroamericana – premio Nobel – Toni Morrison, la vera letteratura è impegno civile, allora l'imponente lavoro di Sandro è un patrimonio della nostra comunità. Da non disperdere, ma anzi da riscoprire, alla luce delle nuove voci che parlano di pace e di ecologia, con parole sobrie e profonde, che proprio dalla pacatezza traggono una forza impetuosa e dirompente. Lorenza Biasetto |
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